Venezia:
Associazione Guide Turistiche Venezia
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Visite
Speciali
DUE
MUSEI D'ECCEZIONE
Palazzo
Querini Stampalia e Palazzo Grimani*
a Santa Maria Formosa.
Le due case-museo tanto vicine tra loro quanto diverse nello stile
e nella storia ci svelano il gusto e le ambizioni di due importanti
famiglie patrizie di mecenati, intellettuali e collezionisti d'arte
rispettivamente del XVIII e del XVI secolo.
Fu
grazie alla lungimiranza di Giovanni Querini (1799-1869), ultimo
erede del ramo Stampalia di Santa Maria Formosa, se oggi possiamo
visitare l'unico palazzo veneziano giuntoci integro negli arredi,
nella biblioteca, nella quadreria e persino nella preziosa collezione
di porcellane di Sèvres. Giovanni che non si sposò
mai lasciò tutti i suoi beni alla omonima Fondazione che
ancora oggi onora le sue volontà testamentarie aprendo tra
l'altro la propria biblioteca ai veneziani fin a tarda ora "per
comodo degli studiosi". Al secondo piano nobile è esposta
la Presentazione di Gesù al
tempio di Giovanni Bellini capolavoro
assoluto del Rinascimento veneziano.Ammiccanti
e divertenti nella loro verve narrativa sono le scene d'interni
di Pietro Longhi e la Raccolta
di vedute con costumi della città di Gabriel Bella,
autentici spaccati di vita veneziana nel XVIII secolo. Il piano
terra fu oggetto tra il 1959 e il 1963 di importanti lavori di restauro
e trasformazione ad opera dell'architetto Carlo
Scarpa.
Palazzo
Grimani
di Santa Maria Formosa apre per la prima volta al pubblico nel dicembre
2008 dopo 25 anni di restauri che hanno posto rimedio a decenni
d'abbandono e incuria. Ne è uscito il più straordinario
Palazzo veneziano del '500 totalmente improntato al Classicismo
romano secondo le idee del proprietario
Giovanni Grimani. Quest'ultimo, Patriarca di Aquileia, intellettuale,
mecenate e collezionista d'arte antica come lo zio Domenico, modifica
tra il 1558 e il 1569 l'avita "casa da stazio" attraverso
una personalissima reinterpretazione dell'antichità classica
sui consigli forse di Palladio, Sanmicheli e di Sebastiano
Serlio. Ineguagliabile è la Sala
Quadrata con il Ratto di Ganimede dalla sacrale copertura
a lacunari e lanterna a crociera ove era esposta la collezione di
statue antiche, méta d'obbligo di re e principi stranieri
in visita a Venezia nel XVI secolo. La collezione dal 1594 è
conservata alla Biblioteca Marciana, il cui Statuario sarà
il primo museo pubblico al mondo. Notevoli gli affreschi a grottesca
di Giovanni da Udine, collaboratore
di Raffaello nelle Logge Vaticane. Esposto nella sala dedicata al
Doge Antonio Grimani troviamo il famoso polittico
delle "Visioni dell'Aldilà" di Hieronymus Bosh.
MUSEO STORICO NAVALE
e
Padiglione della Navi
Visita
guidata al Museo Storico Navale e Padiglione
delle Navi. Cinque piani di reperti e modelli antichi: dal
Bucintoro alle Galeazze un excursus
guidato su dieci secoli di storia marinara integrato dalle letture
sulla vita di bordo di un pellegrino in Terrasanta imbarcato in
una galea veneziana sul finire del XV secolo. Interessanti anche
i reperti del XX secolo tra cui due siluri
a lenta corsa "maiale" della II Guerra mondiale
e alcuni modelli di Motoscafo Armato Silurante,
MAS, a memoria delle eroiche imprese di Luigi Rizzo, Costanzo
Ciano e Gabriele D'Annunzio nella Grande Guerra.
Per
la vastità delle collezioni del museo e del Padiglione delle
Navi la visita di norma occupa una mezza giornata. Aperto tutti
i giorni dalle 10 alle 17. Ultimo ingresso alle 16. Costo: 10 euro,
ridotto 7,50, residenti 1,55.
Il
Padiglione delle Navi è parte
integrante del Museo Storico Navale. Nelle antiche tese dell'Officina
Remi sono in esposizione una motosilurante
della II Guerra mondiale, una Lancia
reale del 1937, il gruppo caldaie del
panfilo Elettra di Guglielmo Marconi e molte altre imbarcazioni
della tradizione veneziana. Tra queste alcuni storici bragozzi chioggiotti,
barche da cerimonia e da funerale, gondole
d'epoca col tradizionale "felze" e la disdotona
della Querini del 1913. Curiosa la scialuppa oceanica Zentime con
cui Alex Carozzo ha attraversato l'Atlantico nel 1990.
ARSENALE*
Lo
storico Arsenale nel sestiere di Castello
occupa oggi ben 48 ettari ovvero un quattordicesimo della città
(inclusa la Giudecca e Tronchetto). Visitato da Dante che lo cita
nella Divina Commedia, ha per secoli catturato l'immaginazione dei
visitatori stranieri che lo indicano come il primo e più
grande opificio del medioevo. Specializzato nella costruzione delle
galee era leader nell'intero bacino Mediterraneo anche nella fabbricazione
delle corde (notevole l'edificio delle Corderie di ben 317 metri
di lunghezza - non visitabile -) e nella produzione di cannoni,
colubrine, petriere e archibugi di ogni calibro e specie. Entreremo
negli antichi volti o tese (capannoni) sia terrestri
che acquatici tra cui le famose "gagiandre" costruite
forse su disegno del Sansovino verso la fine del Cinquecento. Al
Sanmicheli dobbiamo invece la Casa del Bucintoro
(1546) al cui interno è appesa un'enorme gigantografia
dell'antica imbarcazione da cerimonia del Doge. Dalla caduta della
Serenissima nel 1797 ad oggi l'Arsenale ha subito notevoli modifiche
e stravolgimenti ad opera prima dei francesi (Torre
di Porta Nuova oggi restaurata e visitabile durante la Biennale)
e poi dagli austriaci (chiusura dei volti acquatici). Mentre
di quello che fu il rilancio produttivo dell'Arsenale sotto il Regno
d'Italia rimangono gli scali in pietra d'Istria (uno dei quali ospita
il sottomarino Enrico Dandolo, 1968-1999,
visitabile solo dall'esterno) e l'enorme gru
Armstrong & Mitchell del 1883 da 160 tonnellate, oggi
monumento d'archeologia industriale. Con l'aiuto di stampe e disegni,
cercheremo di tornare indietro nel tempo per cogliere i segreti
della costruzione di una galea sottile
dall'impostazione della colomba sul cantier fino all'armamento lungo
il rio dell'Arsenale con vele e remi per finire col pan biscotto
ai Forni di San Biagio quale ultima fermata prima della consegna
dell'unità ai Magistrati all'Armar in Piazza San Marco.
NOTA INFORMATIVA: la visita guidata all'interno
dell'Arsenale (solo per gruppi) è possibile solo previa autorizzazione
della Marina in quanto zona militare. La Marina garantisce solo
l'accompagnamento con proprio personale per motivi di sicurezza,
è quindi indispensabile avere una guida. Per informazioni
chiamare l'Istituto di Studi Militari Marittimi: 041 2441362.
*
La visita guidata avrà inizio in Campo
dell'Arsenale presso la Porta dei Leoni mirabile Victoriae
Navalis Monimentum arricchito più e più volte nel
corso dei secoli dai migliori scultori della Repubblica. Dinnanzi
ai massicci leoni di epoca classica sveleremo il segreto che per
lunghissimo tempo hanno gelosamente custodito: l'iscrizione
in rune vareghe (vichinghe) dei mercenari di Harold il Lungo,
Orn, Haakon e Ulf.
LA
COSTRUZIONE DELLE GONDOLE
SQUERO
SAN TROVASO (Sestiere di Dorsoduro)
Chi
è appassionato di costruzioni navali e imbarcazioni in legno
della tradizione veneta non può mancare la visita guidata
agli ultimi squeri di Venezia. Con Guidetovenice avete la possibilità
di visitare il più antico squero ancora in attività,
lo squero san Trovaso. Senza disturbare
il maestro d'ascia Lorenzo della Toffola, vedremo da vicino la costruzione
di una nuova gondola costruita secondo una tradizione plurisecolare
e definitivamente codificata da Domenico Tramontin nel 1884:
slanciatissima in poppa e prua e asimmetrica sul lato destro di
ben 24 centimetri. Queste caratteristiche uniche ne fanno una delle
barche a più alta efficienza al mondo vogata da un solo uomo.
Efficienza, ovvero rapporto sforzo muscolare/peso - velocità
sull'acqua, provata da diversi test scientifici. Mille sono le curiosità
e segreti che si nascondono nella sua sinuosa forma odierna asimmetrica
per definizione. La più stupefacente forse è il suo
coefficiente di finezza 1:8, il rapporto cioè tra lunghezza
e larghezza, sorprendentemente pari a quello di un'antica galea
sottile. Il tour è possibile solo nei
giorni infrasettimanali.
Il
Nelle foto
il noto squerariol Roberto Tramontin scomparso nel novembre 2018
UNO
SQUERO D'ALTRI TEMPI
Per
chi vuole approfondire l'argomento delle tradizioni marinare di
Venezia GuideToVenice vi porterà dall'altra parte della città
nel sestiere di Cannaregio dove sopravvive uno squero tutto speciale.
Entreremo in un antro nascosto di Venezia dalle pareti ricolme di
forcole e remi d'ogni foggia, dai soffitti stipati d'alberi e vele
d'annata mentre tutt'intorno, in ordine sparso, galleggiano nella
penombra scioponi, marotte, burcee, sandoli
e batele insieme a un vecchio felze rimasto orfano della propria
gondola. Ci troviamo nell'antico squero
dei Casal, le cui origini si fanno risalire alla metà
del '400 e dove si custodiscono le più rare testimonianze
di un mondo ormai scomparso grazie all'impegno di alcuni veneziani
riuniti in una associazione per lo studio e la conservazione delle
imbarcazioni tradizionali veneziane. Negli anni l'associazione si
è sobbarcata l'onere del restauro di molti pezzi unici come
l'ultimo bragozzetto da mar, due caorline ortolane, una batèla
da latariòl mentre tra le tese dell'Arsenale aspetta pazientemente
il restauro l'ultima peàta veneziana esistente costruita
a Burano nel 1950. Meglio e più di un
museo questo luogo affascinante conserva anche l'unico esemplare
di gondola "da fresco" ottocentesca
a noi pervenuto e una stupefacente serie di manufatti legati
al mondo delle barche in legno e della pesca come reti (curiosissimi
i galleggianti tradizionali fatti con palle di vetro di Murano)
botti, lanterne, vele, modelli e molto altro. Un piccolo ambiente
ospita la collezione completa di strumenti di lavoro di un "maestro
d'ascia" di inizio secolo. Qui, anche se da alcuni decenni
non si costruiscono più barche, si percepisce meglio che
in qualsiasi altro luogo la fatica del lavorare in squero e l'orgoglio
per i suoi frutti. Frutti effimeri di un'arte altrimenti destinata
a sparire nei gorghi del mare e del tempo.
Guidetovenice
contribuisce attivamente al salvataggio di un patrimonio culturale
a torto ritenuto da molti "minore". Visita con offerta
libera.
VENEZIA
E LA PESTE
Per
la prima volta vi presentiamo un itinerario che unisce sia il prodotto
artistico delle grandi pestilenze, ovvero i due grandi templi votivi
del Redentore e di Santa Maria della Salute
sia i luoghi di confino e contumacia degli appestati, ovvero il
Lazzaretto Vecchio (dal 2017 è
possibile la visita all'inteno solo per gruppi e su prenotazione)
e il Lazzaretto Nuovo. Utilizzando un
tradizionale bragozzo passeremo dalla Giudecca a Dorsoduro, da Palladio
a Longhena, ammirando importanti dipinti di Veronese,
Vivarini, Tiziano e Tintoretto per poi
iniziare il viaggio verso "l'isola dei
morti", il Lazzaretto Vecchio (solo esterni), creato
nel 1423 su consiglio di San Bernardino, esempio per tutte le nazioni
del mondo per molti secoli nel versante della prevenzione del contagio.
Da qui ci sposteremo al Lazzaretto Nuovo
(vedi link Laguna, itinerario "a un passo da Venezia")
dove visiteremo la mostra di antropologia che ha come fulcro i reperti
scheletrici ritrovati nel campo santo dell'isola insieme
ad alcuni interessanti pannelli sui sintomi e
modalità di cura del terribile morbo. Da non perdere
anche la mostra permanente nel Teson Grande
sulle anfore d'epoca antica e altomedievale
ritrovate in Laguna. (Intera giornata, solo per gruppi).
I GRANDI SPAZI DELLA LAGUNA
Oltre
l'orizzonte delle isole maggiori della Laguna Nord esiste un mondo
sconosciuto ai più. Guidetovenice e "Terra e Acqua"(www.veneziainbarca.it)
hanno pensato due itinerari straordinari per chi vuole andare al
cuore della Laguna in bragozzo e proseguire poi l'itinerario
in bicicletta.
1.Da
Punta Sabbioni a Lio Piccolo e da qui all'isola di Salina.
Perché la chiesa di Lio Piccolo adiacente al secentesco palazzo
Boldù è intitolata alla Madonna della Neve? Cos'era
un tempo il borgo, oggi deserto, di Lio Piccolo? Dov'era la medievale
Ammiana e come può essere che
due Dogi in pieno medioevo abbiano desiderato
essere sepolti in quella che oggi è solo una piccola "motta"?
Andremo alle origini medievali di una Venezia prima di Venezia.
(Pranzo a bordo o in agriturismo a Lio Piccolo).
Solo
con GuideToVenice avrai la possibilità di visitare all'interno
il secentesco Palazzo Boldù. Chiuso da tempo immemore e in
attesa di restauro presenta ancora molti dettagli originali del
XVIII secolo; affascinante e raro esempio di casa-azienda tra le
valli da pesca lagunari. Oltre al palazzo per chi si sente di salire
la strettissima scala a chiocciola sarà possibile l'ascesa
in cima all'ottocentesco campanile.
2. Da Torcello
ad Altino in bragozzo: visita al rinnovato MUSEO NAZIONALE ROMANO
DI ALTINO ove sono custoditi
i resti della città romana e dell'antico insediamento paleoveneto.
Nell'area circostante al museo è visibile un tratto
di decumano a basoli proprio come sulla Via Appia antica
e le rovine a cielo aperto di una grande porta urbica del II secolo
d.C. Interessante è la recentissima ricostuzione dell'antica
città romana grazie a una fortunata foto satellitare all'infrarosso
che ha permesso, per la prima volta, di evidenziare l'esistenza
nel sottosuolo delle fondazioni dell'Odeon, del Teatro, del Foro
e, non ultimo, di un grande anfiteatro soltanto di poco inferiore
a quello di Verona. Il ritorno in bragozzo al tramonto verso Venezia
tra gli alti canneti e le barene della laguna ci ricompenserà
delle fatiche di una lunga giornata all'aria aperta.
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GUIDETOVENICE
MARTINO RIZZI
Cell. +39 3289485671
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